
Archivio tesi premiate
dott.ssa Rosa Paduano
"Nullità parziale ed interessi dei contraenti"
Relatore: Ch.mo Prof. Carmine Donisi
L’elaborato si propone l’obiettivo di analizzare l’istituto della nullità parziale, il quale, allo stato attuale della legislazione, soprattutto di derivazione comunitaria, vive una delle fasi più convulse della propria esistenza.
Si è, invero, ritenuto opportuno, prima di procedere ad una attenta esegesi della norma codicistica di riferimento, ovvero l’art 1419 c.c., prendere le mosse dall’analisi, in generale, della patologia della nullità codicistica, delle caratteristiche di cui essa risulta corredata, dei rimedi contro la nullità e delle possibili ipotesi di sanatoria; e il discorso non poteva non incentrarsi sulle norme che valgono a costituirne il sistema, prima fra tutte l’art.1418 c.c.. Infatti, solo mediante i raffronti della nullità con la autonoma patologia (che deve ritenersi ormai affermata) dell’inesistenza appare possibile dare una spiegazione soddisfacente alle ipotesi di “negozio nullo rilevante” e comprendere le classificazioni, di derivazione dottrinale, della nullità. Per questa via è apparso, anche, adeguato analizzare alcune categorie problematiche, non ultima delle quali quella della nullità sopravvenuta, cercando di porre in luce le ragioni per le quali essa debba ritenersi esistente, seppur dotata di talune peculiarità che valgono a distinguerla dalla “classica”nullità (si pensi all’operatività ex nunc).
Alla luce dei risultati raggiunti dalla disamina precedente, è stato così possibile procedere ad una attenta esegesi del disposto dell’art.1419 c.c., scindendo l’analisi a seconda che riguardasse la nullità parziale di cui al primo comma e la sostituzione di clausole di cui al secondo comma. Premesso il comune fondamento costituito dal principio di conservazione e dai presupposti su cui esso si fonda (autonomia privata e principio di economia dei mezzi giuridici), il discorso, infatti, è stato necessariamente diversificato, dato le indubbie differenze operative dei disposti e le connessioni che è stato necessario porre in rilievo tra il meccanismo di sostituzione di cui al 1419 cpv. c.c. e le “vicine” previsioni degli artt.1339 e 1374 c.c. : sono state esposte le diverse tesi che si sono avvicendate negli anni circa i criteri che avrebbero dovuto essere utilizzati per risolvere il problema della nullità parziale, non senza porre la giusta attenzione sulla soluzione coattiva che del problema viene fornita quando ad essere state violate dall’autonomia privata siano state norme imperative.
Ci si è, infatti, in particolare soffermati sulla apparente endiadi “nullità parziale e nullità di singole clausole” di cui all’articolo 1419 c.c. , sulla espressione “parte del contratto” contenuta nella medesima disposizione e sul significato del termine “clausola” di fondamentale importanza ai fini della delimitazione dell’ambito applicativo dell’istituto, enunciando, in relazione a quest’ultimo punto, i notevoli contrasti dottrinali e giurisprudenziali. Si è osservato, chiarite le nozioni di fondo, che, posto che l’art. 1419 c.c. subordina la conservazione del contratto in parte nullo alla verifica degli intenti dei contraenti (o comunque del senso dell'affare voluto dalle parti), l’orientamento dominante ritiene che il c.d.”giudizio di nullità parziale” vada condotto con criterio oggettivo, verificando, a seguito della nullità di una clausola o di parte del contratto, il permanere o meno dell’utilità di quest’ultimo in relazione agli interessi che si intendono attraverso di esso perseguire, quali risultano individuati attraverso l’interpretazione del negozio. Superando le tesi volte alla ricerca della volontà reale o effettiva delle parti o che assimilano il giudizio di cui si discute a quello di buona fede, si è ritenuto di poter condividere la c.d. “teoria dello scopo pratico o concreto”, che guarda all’assetto di interessi per risolvere la questione. Si è, poi, proceduto all’analisi dei meccanismi codicistici di conservazione del contratto, enunciando i criteri di operatività del meccanismo della sostituzione di clausole di cui all’art 1419 comma 2 cc e delle sue relazioni con l’art.1339 c.c. escludendo l’esistenza di un rapporto di “vassallaggio” della seconda disposizione rispetto alla prima e sottolineandone il sicuro rapporto di complementarietà, ma specificandone i diversi presupposti di operatività e di ambiti applicativi. Bastano queste osservazione per rilevare quanto il nostro istituto sia problematico e quante sono le questioni che esso pone: si pensi all’assimilazione della nullità parziale alla conversione del negozio giuridico, o alla quaestio dell’annullabilità parziale o, ancora, agli interrogativi posti dall’art.1420 c.c., relativo ai contratti plurilaterali.
Considerate le conclusioni cui si è pervenuti, è stato, inoltre, possibile procedere alla soluzione del diverso quesito della ricevibilità, da parte del notaio, di un atto affetto da nullità parziale e delle conseguenze che tale ricezione determina con particolare riferimento al profilo della responsabilità disciplinare dello stesso. Si è ritenuto, di conseguenza, doveroso, procedere ad una attenta analisi dell’art.28 della l.n., con specifico riferimento ai controlli di legalità e di liceità del regolamento negoziale che il notaio è obbligato a svolgere prima della rogazione di un atto pubblico o dell’autenticazione ( e sul punto non ci sono più dubbi) delle sottoscrizioni delle scritture private. E’, poi, apparso corretto affrontare il quesito alla luce della novella del 2006 che ha compendiato in un codice le disposizione a tutela del consumatore, cercando di comprendere quali tipi di controlli il notaio è deputato a svolgere su un contratto contenente clausole abusive, distinguendo in base all’appartenenza del disposto dell’autonomia privata alla lista nera o alla lista grigia.
Infine, è risultato doveroso un approccio comparatistico sull’istituto della nullità parziale, sia in relazione al diritto straniero che in relazione al diritto comunitario: il nostro istituto, infatti, trova riscontro anche negli altri ordinamenti giuridici, talvolta codificato (è il caso del BGB tedesco), talaltra di creazione giurisprudenziale. Con riguardo, poi all’ambito comunitario, si è posto in luce come le recenti previsioni di nullità a protezione di talune categorie di contraenti, ovvero a salvaguardia dell'efficienza del mercato, pongono il problema della sorte del contratto che contempli clausole disapprovate dall'ordinamento perché abusive od inique. La normativa di derivazione comunitaria, infatti, mira a far venir meno tali patti, ma non certo alla caducazione dell'intero contratto. Tuttavia un tale risultato (di conservazione del contratto per la parte restante) potrebbe essere compromesso, nel nostro ordinamento, dall'operare della disciplina generale della nullità parziale regolata dal primo comma dell'art. 1419 c.c. non essendo tale disciplina certo pensata per garantire correzioni ed adattamenti del contratto, al contrario subordinando la conservazione del contratto in parte nullo alla verifica degli intenti dei contraenti (o comunque del senso dell'affare voluto dalle parti). Si sono poste, di conseguenza, in rilievo le tecniche (alternative alla regola comune dell’art.1419 c.c.) di cui si avvale il legislatore comunitario per realizzare le finalità di tutela del contraente debole, da una parte, e di efficienza del mercato dall’altra, non senza dimenticare l’importanza che il raggiungimento di siffatti obiettivi ha rivestito nell’elaborazione di un “diritto privato europeo dei contratti": come viene osservato, infatti, tanto i “principi di diritto europeo dei contratti” quanto “il codice europeo dei contratti” prevedono la regola della validità parziale e, come eccezione, l’invalidità totale, in quanto è stato ritenuto che la conservazione del negozio è l’unica conseguenza in grado di garantire la tutela delle parti coinvolte nel contratto.
Le questioni analizzate rappresentano, dunque, una conferma di quanto della circostanza che l’art.1419 c.c., e la nullità parziale da esso prevista, vivono, allo stato attuale, un momento di notevole rilievo e, alla luce delle recenti normative, necessitano di una attenta rimeditazione, necessaria per comprendere l’impatto che la recente legislazione ha avuto sul nostro istituto e quali implicazioni, in termini di conseguenze, prima sociali e poi giuridiche, essa determina.
-----------------------------
Le tesi e le pubblicazioni sono di proprietà degli autori e protette dai diritti d’autore. La loro consultazione integrale , con possibilità di contatti diretti con gli autori, è consentita agli iscritti al Forum della Fondazione Paolo Guglielmetti. Per le modalità di iscrizione, consultare la pagina Il Forum della Fondazione.