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dott.ssa Palmira Graziano
"Il documento informatico. Analisi sugli approcci legislativi adottati nel mondo e sulla formarzione, imputazione, validità ed efficacia probatoria del documento informatico in Italia"


Relatore: Ch.mo Prof. Paolo Pollice

Il presente studio, articolato in tre capitoli, mira al compimento di un’approfondita analisi degli approcci legislativi adottati, in Italia e nel mondo, per la disciplina delle forme c.d. “informatiche” di “documentazione” degli atti negoziali, adottate tanto nel settore privato, quanto nel pubblico, e diffusesi progressivamente con l’evolversi delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione, in una realtà economica che, soprattutto in ragione delle logiche mercantili di speditezza delle negoziazioni, necessita sempre di piú, in luogo dei supporti cartacei, di dispositivi di memoria digitale offerti dalla telematica e dall’informatica (hard disk, cd-rom, floppy disk etc.).
Nel primo capitolo di questa ricerca, previa una doverosa rimeditazione delle relative categorie generali di “documento” e di “sottoscrizione”, finalizzata a rintracciarne un significato piú ampio e moderno idoneo a comprendere in sé le species del “documento informatico” e delle “sottoscrizioni elettroniche”, è stata ricostruita, innanzi tutto, la nozione del concetto di “documento informatico”, ciò attraverso una esplorazione analitica delle varie fasi evolutive della normativa, nazionale ed internazionale, in materia. Prendendo le mosse dagli esiti di uno studio condotto nel 2000 dall’ILPF, dunque, si è proceduto, ad una classificazione degli approcci adottati, nel mondo, dai vari Stati nazionali di common law e di civil law per la risoluzione delle problematiche che il documento informatico e le firme elettroniche pongono sul piano del valore giuridico, dell’efficacia probatoria e del relativo substrato tecnico. In particolare, quanto ai paesi di common law, è stata approfondita l’analisi della normativa inglese e americana (quest’ultima sia a livello federale, che dei singoli Stati), mentre, con riguardo ai paesi di civil law, quella della legislazione italiana, fin dai suoi primi passi. E’ stato cosí possibile rilevare come, pur nelle peculiarità delle varie normative nazionali, i vari Stati abbiano sostanzialmente seguito tre approcci normativi: un primo “minimalista” (che, tipico dei paesi di common law, ha improntato di sé la legge federale statunitense in materia di firme elettroniche —c.d. E-SIGN—, cosí come quella inglese), un secondo “prescrittivo” (che, tipico dei paesi di civil law, è stato applicato, ad esempio, in Germania), ed un terzo c.d. “dei due livelli”. Se nel primo approccio legislativo lo scopo è quello di riduzione degli ostacoli al riconoscimento giuridico delle forme di sottoscrizione e documentazione informatica (da realizzarsi tramite un’ampia libertà nella scelta delle tecnologie di base), nel secondo, invece, si pretendono piú rigidi standard tecnici e giuridici per il riconoscimento delle firme elettroniche e dei documenti informatici, mentre, nel terzo approccio, per cosí dire intermedio, s’intende riconoscere, a garanzia della neutralità tecnologica in materia, tanto tipi di firme “elettroniche” c.d. “forti” (come quella “digitale”), cui riservare un maggiore valore giuridico, in quanto caratterizzate da alti standard tecnici di sicurezza, tanto le forme autenticative non soggiacenti al rispetto di specifiche tecnologie e dotate di una minore rilevanza sostanziale e probatoria. Nella presente ricerca è stata ripercorsa la complessa parabola evolutiva della legislazione italiana in materia di firme elettroniche e documenti informatici, che, abbandonato l’originario approccio prescrittivo, ha finito con l’adottare quello c.d. “dei due livelli”, ponendosi fin dall’inizio all’avanguardia, e volgendo lo sguardo al di là del settore per il quale era stata in origine concepita (quello delle P.A.). Di questa evoluzione sono state individuate ed indagate le tappe fondamentali: dalla prima definizione di documento informatico del 1993 (contenuta nell’art. 491 bis c.p.), alla prima generale affermazione del principio della piena validità e rilevanza del documento informatico risalente all’art. 15, comma 2°, della c.d. Legge Bassanini-uno del 1997, dal primo regolamento attuativo, il d.pres. n. 513/1997, alla direttiva comunitaria 13 dicembre 1999, 1999/93/CE relativa ad un quadro comunitario per le firme elettroniche, dai necessari decreti di adeguamento ad essa (il d.legisl. 23 n. 10/2002, e il d.pres. n. 137/2003) al d.lgs. n. 82/2005, il c.d. “Codice dell’amministrazione digitale”, come novellato dal successivo d.legisl. n. 159/2006. I vari interventi sono stati oggetto di indagine non solo storica, ma soprattutto critica, dedicando ampio spazio alle severe obiezioni dottrinali e giurisprudenziali circa l’approccio seguito dal legislatore italiano nella difficile opera di compenetrazione tra tecnologie informatiche e scienza giuridica. Il secondo capitolo della presente tesi, poi, ha trovato il suo principale movente nella consapevolezza che una profonda conoscenza del documento informatico è imprescindibile da una comprensione adeguata delle tecnologie alla base di questo tipo di documento, oltre che a sostegno della firma digitale, per cui è stato focalizzato, dapprima su una generale ricognizione di queste ultime, e, in un secondo momento, sull’analisi della relativa disciplina normativa. Dunque, tramite una sorta di “cronistoria” dei sistemi crittografici dagli antichi ai giorni nostri, si è voluto offrire a chi intenda fruire di questo studio la possibilità di maturare una visione esaustiva della scienza crittografica simmetrica e asimmetrica, che è strumento indefettibile per cogliere, “a ragion veduta”, non solo tutte le sfumature che sul piano normativo presentano i vari tipi di firma elettronica, ma anche le ragioni piú profonde dell’esigenza dell’introduzione di una categoria di soggetti, per anni sconosciuta alla nostra passata esperienza giuridica: i “certificatori di firme elettroniche”. Solo seguendo questo iter logico il presente studio, fatta chiarezza sui profili tecnico—giuridici delle discipline normative del “documento informatico” (primo capitolo), nonché delle varie categorie di “firme elettroniche” (secondo capitolo), ha potuto compiere, nel terzo capitolo, da un lato, una cronaca ragionata delle leggi susseguitesi nel tempo e con le quali in Italia si è inteso disciplinare l’efficacia probatoria e la validità dei “documenti informatici” sottoscritti con le piú svariate tipologie di “firma elettronica”, dall’altro, una riflessione sul modo in cui la giurisprudenza ha dato applicazione ad una normativa che in larga parte si è concretizzata nell’estensione al documento informatico e alle firme elettroniche di norme civilistiche, sostanziali e processuali, nate e pensate unicamente per i documenti e le sottoscrizioni tradizionali. Nella moderna società italiana, in cui, per un verso, non tutti coloro i quali utilizzano il computer o navigano in internet posseggono una reale e consapevole “cultura tecnologica”, e, per altro verso, cresce il c.d. “digital divide”, fenomeno per il quale ampie fasce di popolazione per varie ragioni (anagrafiche/socio-culturali/personali) si ritrovano sprovviste degli strumenti minimi necessari per accedere alla fruizione dei servizi della P.A. ad alto contenuto tecnologico, restandone cosí “esclusi”, questa ricerca ha, dunque, inteso incuriosire ed informare il lettore sui temi quanto mai attuali del documento informatico e delle firme elettroniche, per dare un contributo alla diffusione di una cultura di cui si sente un forte bisogno: la cultura della sicurezza informatica.
Il lavoro è stato condotto sulla scorta di ampia bibliografia, ed è stato adoperato dalla sua autrice per la redazione, a cura del Prof. Paolo Pollice, di un piú ampio studio sulla “legislazione nazionale, comunitaria ed internazionale in materia di documento informatico, firme elettroniche ed e-government”, adottato come materiale didattico del modulo II dell’Area Giuridica (Dipartimento di Diritto dei rapporti civili ed economico-sociali, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II) del Master di II livello in “Metodi e tecnologie informatiche per il trattamento semantico di documenti giuridico-amministrativi”, tenutosi nell’a.a. 2006-2007 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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